L’anno di fondazione di Alghero non è storicamente certa. Quella più accreditata la fa risalire al 1102 (G. Manno: Storia della Sardegna) ad opera della famiglia genovese Doria che la popolarono inizialmente con un piccolo gruppo di liguri.

Anche sul nome non si hanno certezze, la più verosimile è quella che tragga la sua origine dalla parola Alga (aliguerium) molto presente in tutta l’area marina di Alghero. Naturalmente l’ampio territorio algherese e della vicina piana della Nurra era popolato da diversi millenni ; ne danno certa testimonianza le numerose necropoli e nuraghi giunte ai nostri giorni. Meritano una doverosa menzione la Necropoli di Anghelu Ruju, quella di Santu Pedru e quella della Pietraia in pieno abitato di Alghero. Sono circa 100 i nuraghi censiti nel territorio algherese e nella vicina Nurra alla fine dell’800. Una citazione particolare per dimensione e conservazione merita il nuraghe di Palmavera; Scarse le testimonianze della dominazione romana, fatta eccezione per la villa di Sant’Imbenia a Porto Conte.
Nel Medio Evo, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente ( 476 d.C.) esauritasi il periodo Bizantino, la Sardegna abbandonata a se stessa si dette una forma di governo autonomo che prese il nome di Giudicato con sedi in Cagliari, Arborea, Torres e Gallura ( IX-X sec.). Il territorio della futura Alghero fu inserito nel Giudicato di Torres.
Nell’824 d.C. il Papa Pasquale I° investì del titolo di Paladino il conte Isidoro appartenuto a una delle famiglie più importanti del Logudoro. Il conte Isidoro pare avesse dato un valido aiuto ai giudici sardi nella lotta contro le orde saracene che assalivano le coste della Sardegna. Fu allora che la rada di Capo Caccia, chiamata porto Ninfeo, prese il nome di Porto Conte ( ricostruzione storica di Michele Chessa nel libro “ Racconti Algheresi”).
Nell’XI-XIII sec. La Sardegna subisce la forte influenza di Pisa e Genova impegnate a difendere l’isola dalle continue scorrerie dei pirati saraceni.
Nel 1102 la famiglia genovese Doria inizia la costruzione della fortezza di Alghero dando origine a quella che sarebbe diventata una delle città più importanti della Sardegna.
Nel 1284 dopo 28 giorni di assedio, Alghero fu occupata dai Pisani con i quali Genova battagliava spesso per il predominio della Sardegna.
Quattro anni dopo la città ritornò in possesso di Genova dopo la vittoria conseguita dai liguri contro i pisani nella battaglia della Meloria.
Nel 1353 Alghero fu occupata dagli aragonesi dopo la vittoria riportata nella battaglia navale di Porto Conte che vide i genovesi soccombere contro la flotta di Bernardo Cabrera alleato, per l’occasione, con i veneziani. Dopo qualche giorno, in assenza dell’ammiraglio Cabrera in navigazione verso Cagliari, gli algheresi notte tempo si sollevarono e riuscirono a trucidare la guarnigione aragonese restituendo la città ai Doria.
Nel 1354, dopo 4 mesi di assedio, gli aragonesi riottennero il possesso della città. L’anno successivo re Pietro IV dispose il ripopolamento di Alghero con famiglie provenienti dalla Catalogna e dichiarò la città unita alla corona di Aragona, conferendole inoltre il nuovo emblema.
Nel 1360 il re Pietro trasferisce dall’Aragona una numerosa comunità ebraica che fu poi messa al bando da tutti gli stati spagnoli nel 1492.
Nel 1384 re Pietro favorì la pesca del corallo, iniziata qualche decennio prima dai marsigliesi, proibendone l’attività alle barche forestiere cui vietava l’approdo lungo la costa tra il golfo di Oristano e l’Asinara.
Nel 1420 il re Alfonso V d’Aragona approdò in Alghero con la sua flotta.
Nel 1455 Don Pietro Giacomo Besala, nominato vicerè di Sardegna, fece costruire nell’arsenale di Alghero 5 galere per conto del re.
Nel 1460, dopo un ennesimo tentativo da parte dei genovesi di occupare la città, re Giovanni II ordinò la cacciata da Alghero di tutti forestieri presenti per motivi di commercio e lavoro e proibì inoltre il matrimonio tra algheresi e i sardi, corsi, francesi e genovesi per motivi di sicurezza.
Nel corso del XV secolo fu costruita la chiesa e il convento di San Francesco e qualche anno dopo la cattedrale di Santa Maria.
Nel 1501 re Ferdinando il Cattolico elevò Alghero al rango di città.
Nel 1541 Carlo V visitò Alghero, ospite di Pietro de Ferrara nella casa dell’attuale piazza Civica. Di questa visita esiste una dettagliata relazione di Johan Galeaco, notaio della città.In quella occasione, davanti alla torre de dello Sperone ( oggi Sulis) pronunciò la famosa frase “ bonita y bien assentada”.
Il 1582 fu un anno tragico per Alghero, come riporta, con dovizia di particolari lo storico algherese Tonino Budruni nella sua opera “ Breve storia di Alghero”. La tragedia si manifestò in tutta la sua crudele pericolosità il 19 novembre quando il medico Quinto Tiberio Angelerio fu chiamato al cappezzale di una donna gravemente ammalata di un male che lui aveva avuto modo di conoscere bene pochi anni prima a Messina nel corso di una violenta epidemia di peste. L’Angelerio avvisò subito le autorità ma si scontrò con lo scetticismo e l’ignoranza della gente ed in particolare di coloro che temevano la chiusura dei traffici commerciali nel caso di una diffusione della notizia all’esterno della città. Come riporta lo storico Budruni il povero medico fu oggetto di tentativi di omicidio.
Finalmente si prese coscienza della gravità del fatto: tre cordoni sanitari furono istituiti intorno ai confini di Alghero con la presenza di guardie armate che impedivano a chiunque di entrare o uscire dalla città.
Alghero subì danni gravissimi sia per il numero delle vittime ( 6.000 secondo alcune fonti storiche, numero ritenuto esagerato dallo stesso Budruni), sia dal punto di vista economico.
A partire dal 1583 (fine della peste), unitamente al recupero delle attività economiche devastate da questa epidemia, iniziò un lento ma progressivo ripopolamento di nuovi abitanti provenienti dalle località vicine.
A vent’anni di distanza i cognomi sardi erano ormai nettamente superiori ai cognomi catalani anche se questi ultimi, ormai minoranza, detenevano ancora gran parte del potere politico e in città si continuava a parlare e insegnare il catalano.
Il censimento del 1589, a sei anni di distanza dalla fine della pestilenza, Alghero registrava, grazie al ripopolamento, una popolazione di circa 4.000 abitanti. Quello successivo del 1627 registrava un numero di circa 5.000 anime.
La prima metà del XVII secolo fu caratterizzata da paurose invasioni di cavallette provenienti dall’Africa nel 1629 , 1647 e 1648 accompagnate da fenomeni di siccità che procurarono enormi danni ai raccolti e causarono molte vittime per fame e dalla sempre presente malaria. Poca cosa rispetto a quello che sarebbe successo nella seconda metà.
La peste bubbonica del 1652
In un radioso mattino di maggio ( è sempre lo storico Budruni che racconta) il comandante di una nave mercantile che proviene dalla costa catalana chiede l’autorizzazione di poter sbarcare e vendere le mercanzie che trasportava, naturalmente previa esibizione dei documenti attestanti la sanità sua, dell’equipaggio e delle merci trasportate. Precauzione da osservare assolutamente in quanto le zone di provenienza della nave e di gran parte della costa mediterranea erano devastate da una violenta pestilenza. La ferrea procedura non fu rispettata pare per un gravissimo atto di corruzione.
Quegli uomini e quelle merci erano infette e diffusero la peste in un baleno. Iniziò subito un terrificante stillicidio di morti che si concluse nel mese di agosto con la perdita di circa 3.000-3.500 persone su una popolazione di circa 5.000. In questi mesi terribili scomparvero anche alcuni dei più bei nomi dell’aristocrazia catalana.
Grazie ai nuovi privilegi riconosciuti ai cittadini algheresi per superare le devastazioni subite dalla pestilenza, riprese un nuovo afflusso di interi nuclei familiari in grandissima parte sardi e in misura molto minore di provenienza ligure e spagnola.
Sempre secondo le ricerche dello storico algherese Budruni nella seconda metà del secolo XVII la popolazione di etnia sarda rappresentava circa il 70% del totale, quella ligure il 20%, quella catalana del 7%.
1708: Con la pace di Utrecht la Sardegna passa sotto la dominazione austriaca.
1717: Gli spagnoli rioccupano la Sardegna. Alghero cade dopo tre giorni di assedio.
L’anno successivo con il trattato di Londra la Sardegna fu restituita all’Austria.
1720: L’Austria cede la Sardegna ai Savoia. Si conclude per Alghero il lungo periodo durato quattro secoli della dominazione spagnola. La città conta circa 4.500 abitanti e continuerà sino ai giorni nostri a mantenere la lingua catalana oltre a numerose tradizioni religiose. Negli anni successivi furono realizzate numerose opere pubbliche tra le quali il rafforzamento delle mura e si procedette all’incentivazione della coltura dell’ulivo e della pesca del corallo.
1722: Per la paura che in alghero arrivasse il colera venne costruito, in località Capo Galera, un lazzaretto per isolare eventuali colpiti dal morbo. Oggi rimangono solo pochi ruderi.
1739: In Alghero apre il primo ufficio postale. nello stesso anno viene effettuato il primo censimento: Alghero registra 5117 abitanti.
1771: Per legge Alghero doveva avere dieci consiglieri comunali; erano divisi per classi: nobili, commercianti, professionisti.
1786: nasce ad Alghero Giuseppe Manno. Seguì i primi studi in città per poi trasferirsi a Cagliari dove conseguì la laurea nel1804 in diritto canonico. Trasferitosi a Torino, dopo una brillantissima carriera ai massimi livelli dell’amministrazione pubblica, nel 1848 fu nominato senatore del Regno per poi diventarne presidente dal 1849 al 1855.
Valente storico scrisse, tra il 1825 e il 1827) “Storia di Sardegna” e nel 1842 “ Storia moderna della Sardegna”
1800: Vincenzo Sulis, patriota cagliaritano, venne condannato con detenzione a vita per cospirazione e rinchiuso nella torre dello Sperone. 21 anni dopo venne graziato dal re e confinato all’isola della Maddalena.
1821: A causa della mancanza di grano e dell’alto prezzo del pane si registra un’insurrezione popolare con ripetuti saccheggi dei magazzini. Ci sono anche alcuni morti e numerosi arresti. Il moto popolare si conclude con 30 condanne a morte ( di cui 12 eseguite). Gli altri 18 se la caveranno con l’indulto grazie all’intervento di Giuseppe Manno allora segretario privato di Carlo Felice.
1829: visita in Alghero del re Carlo Alberto
1845: viene modificata come appare oggi la Porta a Mare (Porta Salve.
1846: Nuovo censimento, la cittè conta 8716 abitanti.
1848: prime elezioni comunali con il sistema stabilito dallo Statuto di Carlo Alberto. Il primo sindaco eletto fu Giovanni Battista Garibaldi.
1855: Scoppia in città una epidemia di colera; ci sono molte vittime che vengono sepolte, come ricorda Michele Chessa nei suoi Racconti Algheresi, nella fortezza di Montalbano e nel cimitero demolito nella metà del novecento. Nello stesso anno arriva in città, proveniente da Caprera, Giuseppe Garibaldi per portar via alcuni suoi parenti algheresi per timore che venissero contagiati dal colera. inaugurazione dei giardini pubblici di Porta Terra.
1857: visita di re Vittorio Emanuele II.
1862: inaugurazione del teatro civico.
1899: visita di re Umberto I e della regina Margherita
1899: Erminio Sella ed Edgardo Mosca fondano l’azienda vitivinicola Sella & Mosca.

1912: entra in funzione l’acquedotto di Alghero
1920: arriva in Alghero l’illuminazione pubblica grazie all’imprenditore Enrico Valsecchi.
1933: inizia il programma di bonifica della Nurra con il conferimento dei terreni della colonia penale di Cuguttu (istituita nel 1864) nell’Azienda Maria Pia di Savoia.
L’anno successivo si avvia il primo lotto dei lavori che prevedeva anche la costruzione di Fertilia.
1937: decolla il primo idrovolante dall’idroscalo della baia di Porto Conte.
1938: viene inaurato l’aeroporto, nato inizialmente come militare.
1939: su progetto dell’ingegnere Arturo Miraglia iniziano i lavori di costruzione della colonia penale di Tramariglio che dopo 20 anni avrebbe dovuto essere riconvertita in un borgo agricolo e di pescatori. La colonia penale fu chiusa nel 1961 e immediatamente occupata da persone spesso in modo abusivo.
Solo con la realizazzione del parco di Porto Conte una parte dei fabbricati è rientrata nella sfera di un pubblico utilizzo.
1943: Alghero fu bombardata in due successive incursioni che causarono un centinaio di morti.
1946: Referendum Monarchia-Repubblica. La città si espresse per il mantenimento della monarchia. In quegli anni Alghero contava circa 17.000 abitanti.