Angelo Ceravola

ANGELO CERAVOLA
(Alghero 26.1.1940 – 24.12.2009)

di Franco Ceravola Rosella e di Giovanna Tilocca

Mi accingo a scrivere questa breve biografia di Angelo Ceravola per ricordare un grande musicista di Alghero che ha arricchito il patrimonio culturale della città con tante belle melodie.
Inizio con uno scritto di suo cugino, Franco Ceravola Rosella che ha condiviso con lui la passione per la musica e un’amicizia che si è prolungata per tutta la vita. Franco ha parlato di lui usando la lingua algherese e la traduzione è mia.

Angelino era nato nel gennaio del 1940 in via Minerva (Lu carré del Butaiu).
Da piccolo aveva fatto parte della banda della Maddalenetta (in quegli anni i ragazzini erano organizzati in bande che proteggevano il territorio e impedivano le invasioni di altri coetanei anche ricorrendo a sassaiole n.d.r.) , finché la famiglia non è andata a vivere in via Roth in una zona che allora era campagna. Dopo qualche anno la famiglia ancora una volta si era trasferita, ed era andata in un palazzo al Lido, fuori dalla città, nella zona degli Orti che iniziavano dopo la chiesa di S. Giovanni Battista.
Nel 1952 ha iniziato a frequentare le Scuole Medie che allora erano situate al Corso, a fianco della chiesa di S. Michele.
Così ci siamo trovati ad essere, oltre che cugini, anche compagni di scuola. Noi eravamo nipoti di nonno Antonio, uomo di mare che possedeva diverse barche. Dopo la guerra, nel 1945, era nato un partito politico, “L’uomo qualunque”; il nonno, che aveva abbracciato le idee di questo partito, si era fatto fare da un calafato una lancetta alla quale aveva messo il nome di “Uomo Qualunque”.
Noi, come tanti bambini, stavamo per molto tempo a giocare al porto in mezzo alle barche da pesca che venivano tirate a terra per fare la manutenzione, e avevamo spesso l’occasione di prendere la lancia per farci un giro in barca o per andare a pescare.
Dopo qualche anno la famiglia di Angelino si è trasferita ancora una volta ed era andata a vivere alla Pivarada. Intanto la madre di Angelino, zia Caterina Masu, aveva aperto una trattoria in via Minerva in un magazzino dove già sua madre, Fortunella, nonna di Angelino, aveva una trattoria.
Siamo arrivati al 1954 e noi frequentavamo ancora le Medie.
La musica per noi era una tradizione di famiglia, tant’è che il padre di Angelino da giovane suonava la fisarmonica.
L’occasione che aveva portato Angelino ad appassionarsi della chitarra si è verificata quando un cliente di passaggio che aveva con sé una chitarra, era entrato nella trattoria di zia Caterina per mangiare del pesce. Alla fine del pasto l’uomo si era accorto di non avere soldi e aveva proposto di lasciare la sua chitarra che per lui era molto preziosa. La madre di Angelino aveva accettato e aveva regalato lo strumento al figlio che ha subito mostrato un grande interesse.

Da quel momento dedicava il suo tempo libero alla chitarra. Aveva subito imparato ad accompagnare sia il canto che gli altri strumenti. Durante l’estate, quando venivano i turisti, nella trattoria di sua madre mi accompagnava mentre io cantavo le canzoni che erano in voga, passavamo così le serate divertendoci e facendo divertire gli stranieri che entravano nel locale per mangiare.
In poco tempo ci siamo affiatati; Angelino ha pensato di scrivere una canzone in algherese e ha composto una melodia per la quale io ho scritto le parole. È nata così la prima canzone dedicata ad Alghero, sulla tradizione di quasi tutti i compositori di canzoni algheresi del nostro periodo.
Nel 1957 abbiamo costituito il primo complesso per suonare nei locali notturni che in quel periodo erano nati in città.
A questo punto occorre ricordare il bravissimo chitarrista solista, grande amico di Angelino, Giovannino Niolu.
Giovannino era barbiere, e quando aveva fatto amicizia con Angelino, lavorava sotto padrone con un barbiere che aveva la bottega in Corso Carlo Alberto. Giovannino aveva una grande passione per la chitarra e un talento straordinario. Era un solista eccezionale tanto che gli bastava sentire una sola volta una melodia che era in grado di suonarla con la chitarra senza sbagliare una nota. Era nato così un duetto che poteva suonare, più di tutto, i brani musicali che, nel periodo che va dal Quarantacinque fino al Settanta, prevalevano sulle canzoni cantate, tipo Delicado, Brasil, Maria Elena, etc.
Con questo sodalizio tra i due chitarristi era nato il primo complesso musicale.
Siamo nel cinquantasei – cinquantasette. I componenti del complesso erano: i chitarristi Angelino Ceravola e Giovannino Niolu, i cantanti Franco Ceravola e Gianni Masu, il sassofonista Giulio Terzoli, il batterista Nicolino Niolu, fratello di Giovannino. Il nome del complesso I Sarchiaponi Jazz era ispirato ad uno sketch raccontato in televisione da Walter Chiari.
Con questa formazione avevamo lavorato per tutto il periodo del Carnevale nella sede del Circolo Marinai di Piazza Civica.

Carnevale 1957 – Complesso I Sarchiaponi Jazz al Circolo Marinai di Piazza Civica
Alla batteria Nicolino Niolu, chitarra e accompagnamento Angelino Ceravola, chitarra solista Giovannino Niolu, cantanti Franco Ceravola e Gianni Masu, al sax Giulio Terzoli.
I componenti del gruppo indossano una maglietta con una V colorata. Le maglie erano state acquistate nel negozio di “Graziallei” o Niolu, di via Roma, per avere una divisa che li accomunasse.

Nel Cinquantasette la signorina Antonella Salvietti stava formando un coro per cantare le canzoni algheresi. Cercava anche due chitarristi per accompagnare i cantanti.
Le avevano indicato Angelino e Giovannino, e li ha chiamati, così tutti e tre siamo entrati a far parte del coro che una volta pronto, era diventato il coro dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo. Le persone che facevano parte del gruppo erano: la signorina Antonella Salvietti Direttore, Bastianino Loi, Pasqual Gal, Franco Ceravola, Vito Loi, Marianina, Maria Dolores e altri dei quali non ricordo più i nomi.
L’anno stesso della sua formazione, il coro è stato ingaggiato per la festa di Sant’Agostino. Era la prima volta che nella festa venivano cantate le canzoni algheresi.
Dopo poco tempo la RAI di Cagliari ha inserito le canzoni algheresi in una trasmissione di Folklore della Sardegna, quindi andavamo a Cagliari per registrare le trasmissioni che venivano messe in onda la domenica mattina.
Gli anni dei quali sto parlando, sono gli anni della ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale finita nel 1945. Come tutte le cose, anche la musica aveva preso una grande importanza. Dovevamo lasciarci alle spalle quella tragedia che aveva sconvolto tutto il mondo lasciando le città distrutte e un numero di morti che non è possibile immaginare.
Era arrivata dall’America una musica nuova, la musica dei giovani, il rock and roll, che aveva portato una rivoluzione nel mondo della musica leggera.
Un altro momento per noi importante, sempre nello stesso periodo, era stata la partecipazione ad un grande spettacolo che si faceva a Sassari fra gli Istituti e le Scuole Professionali. La manifestazione si teneva ogni anno e Angelino ed io abbiamo partecipato presentando la prima canzone scritta con il testo in italiano. Dopo il rock and roll, in Italia, era arrivata la moda degli Urlatori e il maggior rappresentante della nuova tendenza era Toni Dallara. Noi avevamo composto la nostra canzone sulla scia della moda del momento, ancora legata alla musica sentimentale, ma con un ritmo nuovo, che la inseriva tra la musica dei giovani. Il titolo era Gelose di te, l’arrangiamento era stato curato dall’allora già famoso chitarrista concertista Armando Marrosu che era stato alunno dell’Istituto Tecnico per geometri.
Lui aveva avvicinato l’arrangiamento della nostra canzone a certi brani del famosissimo complesso americano dei Platters. Per accompagnare i cantanti c’era una quasi orchestra visto il numero degli strumenti; fra i componenti aveva anche il chitarrista Angelino Ceravola. L’esecuzione si avvaleva inoltre di un coretto vocale, come era d’obbligo in quel periodo. La manifestazione si teneva nel Teatro Ariston di Sassari. La partecipazione del pubblico è stata straordinaria, e anche se la sala poteva accogliere più di duemila persone, un numero incredibile di spettatori era rimasto in piedi. D’altronde c’erano tutti gli studenti degli Istituti Professionali di Sassari, dall’Istituto Magistrale all’Istituto Tecnico Agrario.
Arrivati alla nostra esibizione il presentatore aveva ampiamente parlato di questa novità, e aveva aggiunto inoltre che la più grande Casa Discografica di allora, la RCA, ci aveva fatto un contratto per incidere un disco della nostra canzone. Naturalmente questa notizia era falsa ma era servita ad attirare l’attenzione di un pubblico di ragazzi scatenati nella rivalità tra Istituti tanto che quando si esibivano gli artisti di uno, gli studenti dell’altro fischiavano come matti e facevano un casino infernale. La presentazione fatta alla nostra canzone era riuscita a suscitare una grande curiosità tra il pubblico dei giovani un po’ agitati che hanno ascoltato quella novità in silenzio per tutta la durata del brano, e alla fine tutto il pubblico si era alzato in piedi applaudendo con uno straordinario entusiasmo. Il capo Complessi di Sassari, presente alla manifestazione, era salito sul palco e ci ha chiesto la partitura della canzone per inserirla nel proprio repertorio. In conclusione della manifestazione l’Istituto tecnico per Geometri e Ragionieri aveva vinto il Concorso e aveva ottenuto il premio rappresentato da una ceramica artistica del Maestro Ceramista Giuseppe Silecchia.
Dopo essere stati impegnati per qualche anno col complesso nella Casa del Caffè con una formazione semplificata e basata sostanzialmente sui due chitarristi Angelino e Giovannino, io lo avevo lasciato mentre i due chitarristi continuavano a lavorare nei locali notturni, nelle feste di piazza, nei paesi vicini ad Alghero partecipando ai Carnevali e ad altre manifestazioni.
Sono gli anni Sessanta nei quali Angelino ha vissuto facendo il complessista con la sola pausa del servizio militare.
Nel 1963 Angelino, Giovannino Niolu, Francesco Chessa e Piero Cunedda hanno creato il complesso dei Catalani, una formazione che ha ottenuto un buon successo in Sardegna. Nell’ambito della canzone algherese ha realizzato l’incisione di due dischi 45 giri con quattro canzoni. I dischi sono stati venduti in poco tempo e per quanto ci fosse sempre una grande richiesta, non sono stati più stampati.
Le quattro canzoni erano: l’Ave Maria (Musica di Isabella Montanari), Ses coma una astreglia (Parole di Franco Ceravola, Musica di Angelino Ceravola), Daspeltata (Serenata a Tareseta, Parole di Ramon Cravagliet, Musica di Joan Pais), Lu sulitari (di Pasqual Gal).

Fin qui le parole di Franco che ha voluto ripercorrere il periodo giovanile di suo cugino Angelo. Nel mio scritto troverete anche delle inevitabili ripetizioni con alcuni commenti.

Angelo Luigi Ceravola nasce il 26 gennaio 1940, ed è il terzo figlio di Mario Ceravola e di Caterina Masu. Il nome Angelo vuol ricordare il più giovane dei tre fratelli di Caterina morti nel naufragio del peschereccio S. Silverio il 27 novembre 1928 a Golfo Aranci.
Suo padre si occupa dei motori delle grandi barche da trasporto e lavora soprattutto nel canale di Suez mentre sua madre Caterina gestisce una trattoria in Via Minerva.
Come abbiamo già visto un giorno un cliente che non aveva i soldi per pagare il conto ha lasciato nella trattoria una chitarra.
Il figlio maggiore Gianfranco si è subito appassionato allo strumento e per apprendere i giri armonici ha chiesto aiuto soprattutto a suo zio Giovannino Gavini Pasteta che faceva il barbiere. Angelino, guidato dal fratello, ha ben presto appreso la diteggiatura e in breve tempo è stato in grado di riprodurre le melodie. La chitarra è stata poi la sua passione per tutta la vita. Inizialmente suonava “a orecchio” ma ben presto ha sentito l’esigenza di approfondire la conoscenza della musica e ha studiato solfeggio con il maestro Medica, direttore della Banda Musicale di Alghero. Si è impegnato nello studio delle partiture e ha imparato a scrivere sugli spartiti. I compositori algheresi si rivolgevano a lui per trascrivere le melodie che creavano. Inoltre faceva gli arrangiamenti necessari per eseguire i vari brani musicali con gli strumenti e con la voce.
Passava le giornate con suo cugino Franco Ceravola fin dai tempi delle scuole Medie frequentate insieme, nella stessa classe. Dopo le scuole Medie i due cugini si sono iscritti all’Istituto Geometri di Sassari e vi si recavano in treno.
In quegli anni (1956-57) il treno per il capoluogo era ancora il trenino a vapore con i sedili di legno. Faceva lunghe soste ad Olmedo o a San Giorgio e il viaggio durava due ore, dalle 6 alle 8. Le soste erano necessarie anche per rifornire di acqua i serbatoi della locomotiva.
Durante il lungo e lento tragitto gli studenti ingannavano il tempo improvvisando scenette e canti, spesso imitando i comici e i cantanti dei programmi televisivi. Talvolta qualcuno portava la chitarra e si allestivano spettacoli estemporanei.

1957: Sosta del treno a San Giorgio: Angelino è a destra con l’abito chiaro. In basso a sinistra c’è Luisa Dettori, futura moglie di Angelino e Franco è al centro chinato in avanti.
A sinistra in piedi il chitarrista Franco Niccu che accompagnerà I Catalani nelle loro esibizioni nella Riviera adriatica.

Nel 1957 per iniziativa di Angelino e di Giovannino Niolu si è formato un complesso costituito dai due chitarristi, dai due cantanti Franco Ceravola e Gianni Masu e dai due musicisti Giulio Terzoli e Nicolino Niolu fratello di Giovannino. Il complesso ha preso il nome I Sarchiaponi Jazz ed è nato per suonare nei locali da ballo algheresi soprattutto nel periodo di Carnevale. Il nome del complesso, I Sarchiaponi, richiamava una scenetta di Walter Chiari trasmessa alla televisione.

1958 – Casa del Caffè (Giardini Pubblici), Bar dei fratelli Angius.: Complesso “I Sarchiaponi Jazz” in formazione ridotta. Alla chitarra e accompagnamento Angelino Ceravola, chitarra solista Giovannino Niolu, alle percussioni Carlo Balzani, cantante Franco Ceravola.

La chitarra di Angelino era stata comprata a Roma da suo fratello Gianfranco mentre il microfono veniva preso in affitto da Lacana che lo usava per fare la pubblicità con la sua auto per le vie cittadine. L’amplificatore del microfono era un apparecchio costruito artigianalmente e la voce risultava spesso gracchiante.

Iniziava intanto la collaborazione tra Franco, autore dei testi, e Angelino compositore della musica. La loro prima canzone in algherese è L’Alghé. Poi è stata composta Ses coma un’ astreglia (Sei come una stella), che ha avuto un buon successo ed è il loro pezzo più conosciuto.
Nel 1962 Angelino era partito per il servizio militare a Cagliari nell’Arma dell’Aeronautica dove ben presto era entrato a far parte della squadra sportiva dei nuotatori. La sua specialità era il dorso; si era affermato in Sardegna a livello regionale ed era nella squadra che competeva a livello nazionale nelle gare che si svolgevano a Roma. Ha vinto tutte le gare della sua specialità che erano il dorso e lo stile libero. Mentre Angelino si trovava a Cagliari, Gianfranco lo sostituiva come chitarrista del gruppo che continuava ad esibirsi nei locali cittadini. Rientrato dal servizio militare si era iscritto all’Istituto d’Arte che aveva frequentato per qualche mese.
Aveva inoltre iniziato ad occuparsi del ristorante di via Minerva dove suo fratello Gianfranco gestiva la cucina insieme a sua madre ma il suo sogno era quello di introdursi nel mondo della musica.
La madre Caterina gli ha regalato un pianoforte e Angelino si è dedicato allo studio di questo strumento con passione, suonando sia i classici sia le canzoni di artisti come Tenco e Gino Paoli.
In quel periodo ha formato il gruppo dei Catalani con lui e Giovannino Niolu alle chitarre, Francesco Chessa al contrabbasso e Piero Cunedda alla batteria. Il 2 giugno 1964 nel Cinema Teatro Selva di Alghero I Catalani partecipano alle finali regionali organizzate dall’Enal di Sassari in collaborazione con l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Alghero, ottenendo il primo posto fra i complessi strumentali isolani. Hanno così la possibilità di rappresentare la Sardegna a Messina alle finali nazionali del concorso che si tengono nell’ambito del Ferragosto Messiniano. Il risultato è stato ottimo in quanto il gruppo si è piazzato al secondo posto. È subito arrivata la proposta di incidere dei brani musicali per la casa discografica Italmusica di Milano. Alla fine del 1964 I Catalani si recano a Milano e incidono due dischi microsolco 45 giri con quattro canzoni, tutte in algherese: l’Ave Maria, Ses coma un’astreglia, Daspeltata e Lu Sulitari.

I Catalani davanti a Villa Mosca di fronte all’ingresso del night El Fuego. Da sinistra: Francesco Chessa, Piero Cunedda, Angelo Ceravola, Giovanni Niolu

Quando il quartetto si spostava per raggiungere località al di fuori dall’Isola, prendeva l’aereo nel fine settimana ma il lunedì si tornava alla base perché sia Francesco che Giovannino dovevano proseguire la loro attività lavorativa. Infatti Giovannino aveva la bottega di barbiere in piazza Ginnasio e Francesco si occupava del suo avviato negozio di abbigliamento in via Cagliari. Nei loro spostamenti i musicisti erano spesati di tutto e avevano buoni ingaggi di gran lunga superiori a quelli che ottenevano ad Alghero. Nell’estate del 1966 sono rimasti nella riviera romagnola per quaranta giorni e in quell’occasione Franco Niccu con la sua chitarra basso aveva sostituito Francesco Chessa che non poteva assentarsi da Alghero per periodi così lunghi.

Il complesso veniva ingaggiato da El Fuego, dalla Bardana di Gianvittorio Vacca, dalla Torre di Sulis, dall‘Whisky a go go, dal Lido Iride di Platamona, dall’Hotel Margherita, dall’Eleonora (albergo dei Fonnesu, al Trò), da El Faro e da altri alberghi durante tutto l’anno, senza differenze legate alla stagione.
Purtroppo però il destino stava preparando un ben triste epilogo per il gruppo dei quattro musicisti che era ormai avviato verso un sicuro e duraturo successo.
Nel 1971 Giovannino Niolu muore in un tragico incidente d’auto. È un duro colpo per I Catalani che perdono un validissimo chitarrista, oltre che un grande amico. Giovannino era uno dei pilastri del complesso e agli altri non è rimasto altro da fare che scioglierlo.
Nel 1973 Angelino ha formato un quartetto così composto: Angelo all’organo elettronico, Franco voce solista, Carmelo Vilardi alla chitarra e Pupo Mundula alla batteria. Il nuovo gruppo ha mantenuto il nome I Catalani. In seguito Pupo Mundula è andato via e non è stato sostituito.
Quando nel 1972 Franco Simula ha lanciato il Festival della canzone algherese sono stati quasi sempre presenti i cugini Ceravola che ogni volta hanno partecipato con le loro canzoni. Tutto veniva fatto in maniera spontanea, senza calcolo, senza le mire di un premio che, per la verità, non è mai arrivato.
Angelino ha avuto miglior fortuna partecipando al Festival come autore di testi e musica e affidando l’interpretazione alle cantanti Maria Dolores Silanos e Gina Marrosu con il suo accompagnamento musicale visto che in questo caso le canzoni si sono classificate sempre nelle prime tre posizioni.
La manifestazione si teneva in tre serate al Cinema Teatro Selva attirando un folto pubblico entusiastico che poteva così ascoltare i canti e i motivi composti dai vari cantautori e musicisti cittadini giovani e meno giovani. Era questo un sicuro modo per mantenere la parlata locale e per attirare nella sfera della cultura nostrana i ragazzi che ormai non parlavano l’algherese ma si avvicinavano volentieri al Festival.

Intorno al 1976 Angelino e Franco avevano aperto una scuola di chitarra che si teneva in un locale dell’emittente Radio Comunità di Monsignor Corrias dove i due cugini curavano delle trasmissioni radiofoniche per commentare i fatti accaduti in città intervistandone talvolta i protagonisti.

28 luglio 1977 – Salone della Mercede: Angelino accompagna un’allieva della scuola di musica durante il saggio annuale.

Nella scuola di musica Angelino insegnava a suonare la chitarra mentre Franco si occupava della teoria. In seguito la scuola si è trasferita nel salone dei Mercedari che avevano offerto l’uso del vasto locale collocato vicino alla chiesa della Mercede. I frati  hanno inoltre affidato a loro l’organizzazione dell’Ugoletta d’oro, una rassegna di canzoni per bambini delle Scuole Elementari avviata nel 1974 dagli Isolani che curavano le esecuzioni di canzoni dello Zecchino d’Oro. I cugini Ceravola l’hanno proseguita per qualche anno con un repertorio formato da nuove composizioni in algherese create da autori algheresi come Francesco Chessa, Tedde, Ceravola e altri. Dopo il saggio della scuola di chitarra si teneva quindi lo spettacolo nel quale i bambini cantavano simpatiche canzoncine, avvicinandosi così alla lingua dei loro padri e dei loro nonni. In seguito erano stati avviati altri corsi di musica a Pozzomaggiore e a Bonorva e anche in questi centri la scuola è proseguita per qualche tempo.

I Catalani, in una serata organizzata nelle Cantine dei Piani. Il gruppo era molto affiatato e riusciva a creare un’atmosfera tanto vivace ed allegra da rendere le serate indimenticabili. A sentire i commenti dei nostri musicisti, ad un certo punto anche le botti ballavano nella cantina coinvolte da quei ritmi irresistibili.

Intanto è continuata, fino al 1983, l’attività del gruppo che durante l’estate aveva appuntamenti settimanali alla Stalla, e veniva ingaggiato dall’Azienda vinicola Sella & Mosca che organizzava delle serate per la clientela del continente nella cantina dei Piani.

Più tardi, nel 1985, i due cugini si sono interessati alla storia della musica algherese facendo ricerche anche presso persone anziane ospitate nella Casa di Riposo del Viale della Resistenza. Sono venuti così alla luce antichi canti ormai dimenticati come La molt de la barona di Ciù Tarrat. In seguito Angelo e Franco insieme ad Enrico G. Ceravola hanno prodotto due CD intitolati Canzons del carré 1° e 2° Vol. con alcuni canti tradizionali ed altri di più recente composizione.

Da quanto detto fino ad ora si vede chiaramente come la musica sia stata sempre presente nella vita di Angelino che, anche quando il gruppo musicale si è sciolto, ha continuato a scrivere musiche e a partecipare alle manifestazioni canore della città. Possiamo dire che non perdeva alcuna occasione per esibirsi nel cantare le canzoni e nell’accompagnare i cantanti con la chitarra in maniera eccellente. Ha collaborato alla realizzazione di un CD con il tenore Luciano Musu, componendo per lui testo e musica di una canzone intitolata A poc a poc (un pezzo che ha scritto per Luisa, sua moglie) e accompagnandolo con la chitarra durante alcuni concerti insieme a Ciro Fadda. Negli ultimi anni ha collaborato con sua moglie Luisa Dettori che aveva scritto e messo in scena alcuni testi teatrali incentrati sul periodo storico dei Giudicati sardi con particolare riferimento al Giudicato di Arborea, ad Eleonora e a suo marito Brancaleone Doria. Angelino ne ha curato la parte musicale che comprendeva anche alcune canzoni.  Non si è mai separato dalla sua chitarra dalla quale sapeva trarre suoni limpidi e armoniosi accordi ed ha suonato il pianoforte ogni giorno della sua vita, riuscendo a dare una voce ai più profondi sentimenti dell’animo che soltanto nella musica trovano un linguaggio per esprimere i tanti momenti lieti o tristi dell’esistenza.

Non è stato facile racchiudere in parole e in frasi lo scorrere di una vita che ha toccato tanti aspetti della cultura e dell’arte della nostra amata città che sembra dormire ma in realtà vive intensamente all’interno del suo variegato cuore che però non crede fino in fondo alle sue potenzialità e incurante le disperde lasciandole in balia del vento che spazza il suo cielo e il suo mare portando via ogni soffio vitale. E quando una voce si spegne, crea improvvisamente un assoluto silenzio che diventa subito oblio privandoci delle narrazioni necessarie per scoprire da dove trae origine la linfa delle nostre radici.

 

 

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